Vita nei boschi

Mi è sempre piaciuto il bosco.

Da piccolo mi piaceva andare nel boschetto vicino a casa e farmi le capanne, o i nascondigli, mi fabbricavo archi, frecce e fionde e giocavo. Mi immaginavo e mi inventavo avventure giornaliere. Bevevo poco, per abituarmi a vivere con poca acqua, disegnavo le mappe con gli alberi della frutta e delle piante che si potevano mangiare, cercavo di allenarmi alla corsa e al salto per essere sempre pronto a superare tutti gli ostacoli che trovavo. Mi esercitavo ad arrampicarmi sugli alberi e nascondermi per difendermi dagli animali immaginari, cercavo e studiavo le tracce sul terreno, impronte, resti di cibo e mi preparavo ad affrontare il pericolo.

Da questo è partito il mio interesse per la natura e le sue leggi, per i nativi americani, il sapersela cavare in ambiente naturale, il movimento, la montagna e l’alpinismo, le qualità utili alla vita in natura, l’educazione e la crescita dell’uomo…si, credo che sia nato tutto da qua.

Per questi motivi pensavo quest’anno di proporre un camp estivo per bambini/e  e ragazzi/e chiamato “Vita nei boschi”, per rivivere tutto ciò!

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La camminata naturale: Kross Terra III

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Mi rendo conto che qualcosa è cambiato nel modo di appoggiare il piede a terra, forse perché sono in discesa e il terreno presenta dei grossi sassi, forse perché vado un po’ veloce e quindi non posso permettermi di sbagliare appoggio. Affronto il terreno quasi con le punte dei piedi, bene attento a non appoggiare il tallone nell’impatto inziale ma a farlo solo in un secondo momento quando il peso è stato ormai assorbito. Anche i miei sensi sono orientati in modo diverso, sono focalizzati molto sul movimento dei piedi e questo mi dà una sensazione di sicurezza inaspettata.

Non so se avete mai provato a camminare o a fare una corsa leggera nel bosco scalzi e ad osservare come cambia il vostro modo di appoggiare il piede. Nasce una necessità istintiva, di misurare il passo, il terreno e individuare le diverse possibilità di appoggio a terra. Operazioni che svolgiamo in una frazione di secondo, in modo automatico e la camminata prende così un ritmo e un’efficacia nuova.

 

Sta continuando la collaborazione come tester per l’azienda che produce scarpe “Lizard e oggi volevo presentarvi una scarpa da attività all’aperto. E’ una scarpa primaverile-estiva, l’ho provata quest’autunno e devo dire che sono veramente soddisfatto. E’ una scarpa che permette una camminata diversa dal solito, la sensazione è quella di avere dei “guanti” ai piedi più che delle scarpe e quindi si ha proprio la possibilità di sperimentare una “camminata naturale” come la definisce la filosofia aziendale.

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Camminare è uno dei gesti più comuni che facciamo durante le nostre giornate, i piedi ci permettono di distribuire il nostro carico al suolo. Pensate che in ogni piede ci sono 26 ossa articolate tra loro e quindi i due piedi hanno quasi un quinto delle ossa di tutto il corpo. Questo permette una grande adattabilità e flessibilità del piede al terreno, ma nello stesso tempo danno struttura, resistenza e tenuta, in modo tale da permetterci di dare propulsione al corpo anche in condizioni critiche, a volte al limite delle leggi di gravità. Non solo, ma i piedi sono un grande sistema di informazione del corpo. Dal piede-caviglia vengono continuamente inviate informazioni alle strutture nervose centrali sul rapporto tra il nostro corpo e il terreno che ci consentono di mantenere l’equilibrio e spostarci in sicurezza anche in funzione delle diverse variazioni del terreno, di velocità e altro.

Tutte queste funzioni possono essere agevolate o limitate dalle condizioni in cui teniamo i nostri piedi. La scarpa e le calze in modo particolare sono sicuramente elementi che condizionano la funzionalità del piede. Viene da sé che una “scatola rigida” che contiene il piede e ne impedisce la naturale posizione, adattamento e movimento limita la normale funzionalità della stesso.

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Provando le Kross Terra III invece devo dire che la leggerezza e l’adattabilità al suolo sono veramente eccezionali. Una scarpa pensata per fare attività all’aria aperta, capace di modificare il mio modo di camminare, se il terreno diventa impegnativo sono più istintivo, tendo ad usare i piedi in modo più accurato, scelgo dove appoggiarli. Pensavo che essendo così basse forse qualche problema di stabilità alla caviglia me lo avrebbero potuto dare, invece mi sento di dire che non è così, anzi si attiva un raffinato processo di valutazione e controllo che da una maggior sicurezza e stabilità alla camminata.

OLYMPUS DIGITAL CAMERANon vi posso nascondere che serve un po’ di allenamento, un po’ di abitudine a questo nuovo modo di camminare. Le prime volte potreste ritrovarvi il piede e la caviglia un po’ stanchi, oppure potreste trovare fastidiosa la sensazione di forte contatto con il suolo, però vi assicuro che dopo un breve periodo che le portate faticherete a calzare nuovamente scarpe pesanti e rigide.

A questo link puoi vedere il mio video di presentazione della scarpa, buona visione

Chi sono: Nicola Rovetti

io piccoloQuando ero piccolo avrei voluto fare l’esploratore, mi appassionavano gli articoli su “Epoca” di Walter Bonatti e il primo posto dove avrei voluto andare era il Congo perché volevo vedere gli elefanti… non sono diventato un esploratore di terre selvagge, però l’ignoto, lo sconosciuto e il mistero mi attirano sempre. Sono sempre in ricerca e in continua esplorazione, mi piace esplorare le possibilità che ci sono nella vita, mi piace esplorare le mie capacità, le mie sensibilità, i miei confini.

La mia formazione comincia con un diploma ISEF e poi una laurea in Scienze Motorie ho lavorato, e continuo a farlo da 27 anni nel campo della disabilità mentale, fisica e sensoriale e in tutti questi anni c’è sempre stata un’incessante ricerca di adattamento, di creazione e invenzione di nuove situazioni motorie, di strutturazione di contesti esperienziali il più possibili adeguati alle persone con cui lavoravo.

Il mio è stato un continuo lavoro di creazione – sperimentazione – aggiustamento – messa in discussione e riprogettazione e questo mi porta a dire che sono lontano dai protocolli dati per certi, dalle pratiche troppo standardizzate da applicare come tali. Mi sento bene invece quando un nuovo apprendimento, una nuova tecnica, un nuovo sapere diventano parte di me così in profondità da trasformarmi, tanto da non aver bisogno di applicare ciò che non fa parte di me.

Ho lavorato tanto in ambiente naturale, mettendo a punto anche una metodologia di educazione attraverso tecniche di avventura, di cui è stato pubblicato anche un libro “Avventura in natura“; ho lavorato in Africa in Repubblica Democratica del Congo con “bambini-soldato” un progetto durato 4 anni dal titolo “War Game, No More“, utilizzando una metodologia particolare sulla strutturazione del “gioco” in funzione dello sviluppo delle abilità sociali; collaboro da diversi anni come docente con il mondo universitario ho avuto esperienze pluriennali all’università di Cassino e di Verona, in quest’ultima sono tutt’ora docente e uno dei miei insegnamenti è “Attività motoria in ambiente naturale” e diversi collaborazioni con altri atenei di altre città d’Italia.

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Sento una particolare affinità con due percorsi formativi ai quali ho preso parte (e stanno continuando ancora) in questi ultimi anni e che si integrano bene con il mio percorso.

Il primo è il metodo “Corpo e Coscienza” di George Courchinoux. Una metodologia nella quale sono fuse assieme tecniche di rieducazione che attingono alla cultura occidentale con tecniche e saperi che attingono alla medicina tradizionale cinese. Un metodo quindi che integra le conoscenze e pratiche sul piano muscolo-scheletrico, organico, ma anche emozionale ed energetico con l’obiettivo di equilibrazione dell’essere nella sua globalità.

Il secondo è il “Movimento Arcaico” di Massimo Mondini. Una pratica che permette di recuperare ed esprimere i gesti “archetipici” cioè quei movimenti innati nell’essere umano, come la camminata, la corsa, il salto, il lancio e molti altri. Attraverso il recupero del gesto archetipico si verificano degli immediati miglioramenti in diversi aspetti della vita, proprio perché l’archetipo motorio ha una corrispondenza anche sul piano esistenziale è all’origine del nostro “muoversi nella vita”. Praticare e recuperare il contatto con questi movimenti archetipici permette quindi di prendere coscienza e migliorare il nostro livello esistenziale.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAHo ideato la Ginnastica Naturale in questi ultimi anni perché mi interessava unire questi due grandi campi di interesse il movimento e la natura in un post di alcuni anni fa scrivo che  …sento la necessità di ritrovare delle cose certe, vere, oneste e così il “corpo” e cosi la “natura”. Sono due dimensioni semplici, che si comprendono facendo esperienza di entrambe.” E’ ancora questo che mi muove, l’onestà, la chiarezza, l’immediatezza, la sorpresa e la meraviglia.

Con un gruppo di amici abbiamo creato “Motus Mundi” un’associazione sportiva dilettantistica per poter promuovere esperienze di movimento in ambiente naturale. Abbiamo delle proposte di gruppo, con incontri settimanali che si svolgono all’aria aperta, abbiamo proposte di giornate intensive (riequilibrio stagionale), abbiamo un gruppo corsa che si trova settimanalmente, c’è la possibilità anche di incontri individuali per lavori specifici di riatletizzazione, proponiamo delle uscite in ambiente naturale, abbiamo una biblioteca, “La piccola biblioteca del bosco” che raccoglie libri di natura e movimento e progetti che si rivolgono a target specifici come “Itinerari di Crescita” e “In campeggio con papà”.

luna e corpoIo continuo a muovermi e ad andare in natura perché sono convinto che siano tra le cose più importanti che posso fare, a volte mi viene da pensare che a cinquant’anni, quella che è la mia età adesso, avrei voglia solamente di camminare e stare in natura.

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Cos’è la Ginnastica Naturale

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Già proprio così, dopo un po’ di anni che è iniziata questa esperienza di Ginnastica Naturale sono pronto a riscrivere cos’è. Sì, credo sia giusto perché in questi anni ho sperimentato diverse modalità di lavoro, incuriosito e stimolato sia dalle persone che partecipavano che dal contesto che si creava. Inoltre, in questo lasso di tempo, ho continuato ad apprendere, ho approfondito con testi e nel confronto con altri professionisti, mi sono formato e continuo a farlo, avendo così l’opportunità di conoscere nuove persone che mi aprono a vedute nuove sulle pratiche corporee e mi offrono nuovi strumenti di lavoro.

Quindi ritornando alla domanda iniziale: cos’è la Ginnastica Naturale?

Pensavo di rispondere a questa domanda facendomi un’altra domanda: a chi si rivolge la ginnastica naturale? A chi può interessare?

Proverò a rispondere.

☐    Interessa e si rivolge a tutte quelle persone che si rendono conto di avere la necessità di “riprendere in mano il proprio corpo”. Forse qualcuno potrebbe criticare l’espressione che uso, ma rende l’idea in quanto molte persone si trascurano e trascurano il proprio corpo facendo poco o niente movimento, mangiando male e sostenendo ritmi impossibili. Ecco se sei arrivato a questa consapevolezza, significa che è arrivato il momento di prenderti in mano sul serio e puoi mettere una crocetta su Ginnastica Naturale.

 

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☐    Interessa e si rivolge inoltre a quelle persone che tengono alla propria forma fisica e praticano movimento in modo costante perché lo ritengono un aspetto importante per il proprio benessere e per la propria vita. Però sono stanche delle solite attività che si svolgono in palestra e soprattutto di quelle attività di fitness che tanto vanno di moda e che sono impersonali. Sono stanchi di quei contesti dove non si può parlare con nessuno o perché c’è la musica a tutto volume o perché regna un silenzio assoluto. Quindi se sei stanco delle palestre e credi che la relazione con chi propone l’attività, la conoscenza e il confronto con gli altri partecipanti del gruppo siano importanti, puoi mettere un’altra crocetta alla Ginnastica Naturale.

 

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    Interessa e si rivolge a quelle persone che hanno capito che la natura è uno dei beni più preziosi che abbiamo. Perché lo spazio naturale è il nostro ambiente di vita, siamo strutturati per stare in natura, in natura abbiamo la possibilità di crescere come uomini e donne e di elevare la nostra vita e migliorarla. Non solamente questo, ma aggiungo anche che vivere in natura contribuisce al nostro benessere (naturalmente questo vale per la proposta di ginnastica naturale, se vi proponessi di fare speleo-sub forse questo contribuirebbe ad aumentare il rischio di farvi del male).Quindi se hai il desiderio di riprendere contatto con l’ambiente naturale anche con un atteggiamento di scoperta e novità, metti un’altra crocetta a Ginnastica Naturale.

 

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Ecco direi che per il momento ti ho detto alcune cose e cioè che la ginnastica naturale è una pratica di movimento finalizzata al benessere psico-fisico, che si svolge all’aria aperta con l’obiettivo di risintonizzarsi con il nostro vero mondo di sempre e fatta in gruppo per crescere e divertirsi anche nel confronto e nella relazione con gli altri.

Se hai messo 3 crocette: Ginnastica Naturale fa per te! Nei prossimi post ti dirò cosa si fa e chi la fa…e se hai bisogno di altre informazioni scrivimi pure che ti risponderò.

Piccola Biblioteca del Bosco

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È nata la Piccola Biblioteca del Bosco, un spazio che ha come temi fondamentali la Natura e il Movimento.

Il cuore della biblioteca è costituito dai libri che trovate nel catalogo.

Sono i libri che erano nelle nostre mensole, che abbiamo letto e che per questo hanno costruito la nostra storia. Pensiamo che abbiano ancora molto da dire e che un libro che rimane chiuso su uno scaffale, non svolge completamente la sua funzione.

Per dirla con Umberto Ecoi libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare”.

 Attraverso l’esperienza della biblioteca quindi vorremmo ridare una voce a questi libri, in un’ottica di condivisione di un bene comune di valore, che riguarda essenzialmente i due temi di Natura e Movimento.

Per poter prendere in prestito o consultare un libro della Piccola Biblioteca del Bosco è necessario prendere un appuntamento scrivendo a  info@ginnasticanaturale.it oppure chiamare Elena (3400703008).

I libri possono essere presi in prestito per 30 gg e solo in alcuni casi (libri fuori edizione, edizioni rare,…) il prestito durerà 10 gg.

La Piccola Biblioteca del Bosco raccoglie libri sulla Natura e sul Movimento.

Se anche tu hai dei libri che riguardano questi temi e ai quali vuoi dare una nuova vita, puoi fare una donazione alla biblioteca.

Per facilitare la scelta tramite catalogo, i libri sono stati suddivisi in categorie per argomento:

Alla scoperta del mondo. Educare alla Natura: in questa categoria puoi trovare libri che hanno un valore pedagogico, libri che possono aiutare e facilitare il rapporto con la natura sia in riferimento ai bambini, ma anche in riferimento agli adulti, ormai così lontani dal mondo naturale.

Animali fantastici e dove trovarli: Se cerchi libri che parlino degli animali, del loro mondo, se cerchi una conoscenza maggiore, una maggiore comprensione, sia dal punto di vista scientifico ma anche attraverso la narrativa, puoi soffermarti sui  libri di questa categoria.

Connessioni all’universo pensante: qui puoi trovare quei libri che cercano di indagare il mondo, la natura e l’animo umano, trattati scientifici/filosofici, che pur creando nuove strade di esplorazione mantengono un carattere scientifico.

Esplorazioni: Perdersi e ritrovarsi: se cerchi di soddisfare il tuo desiderio di avventura, di conoscenza del mondo, puoi fermarti qui. Libri di viaggi, dove però il contatto con la natura, la sua esplorazione e il tentativo di superare i propri limiti diventavano un elemento fondamentale. Al momento puoi trovare qui anche un paio di guide.

Gli alberi e il bosco: ti affascinano questi grandi esseri viventi che da molto prima dell’uomo hanno abitato  la terra? Questa categoria comprende libri, narrativa e saggistica, che possono guidarci nell’incontro con gli alberi e con il loro mondo.

L’ABC della natura: hai bisogno di consultare un manuale scientifico per ampliare la tua conoscenza e imparare a riconoscere e dare un nome a quello che ci sta attorno? Qui trovi i manuali di riconoscimento  che possono aiutarti ad approfondire alcuni aspetti della natura.

Meditazioni in movimento: questa categoria è appena nata ma diventerà una super categoria che si suddividerà in altre più specifiche. Qui si parla di movimento, di tutto il movimento, dallo sport alle discipline che lavorano maggiormente su un aumento della consapevolezza.

Vita in natura: cerchi narrazioni incredibili? Vuoi scoprire come il rapporto con la natura abbia maturato in alcune esperienze un cambiamento profondo, modificando la vita di alcune donne e uomini? I racconti straordinari di questa vite potranno appassionarti ed emozionarti.

Se anche tu hai dei libri ai quali vuoi dare una nuova vita…

Ultima Uscita

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Ultima uscita, la notte, il buio, lo stare con se stessi.

Siamo partiti al pomeriggio, camminando in salita sulla cresta che guardava ogni tanto al lago, scambiandoci sguardi con i camosci confidenti incontrati, siamo entrati al rifugio con l’ultima luce della sera e siamo stati insieme a cenare. Poi nel buio della notte, uno alla volta, a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro, siamo tornati ognuno con se stesso, lungo il sentiero.

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L’attesa di questo rientro era carico di tensione, da un lato per l’attenzione che si avrebbe dovuta avere nel restare sulla traccia corretta del sentiero e dall’altro per tutte le paure che ognuno di noi aveva dentro si sé e che con il buio prendono voce.

Così è stato l’ultimo incontro di questo progetto di “Itinerari di Crescita” un percorso di 8 uscite ognuna con un tema da affrontare, ogni tema una tappa verso la conoscenza e la consapevolezza di sé, ogni uscita realizzata in un contesto diverso e pensata in funzione del tema. Un crescente impegno su tutti i piani: fisico, mentale, emotivo e relazionale. Per alcuni è stato un percorso impegnativo, ma senza dubbio ricco per tutti.

Quando ho comunicato ai ragazzi che avrebbero dovuto rientrare da soli, al buio, lungo un sentiero fatto una sola volta, non c’è stato molto entusiasmo, anzi alcuni non hanno gradito la proposta. Poi però la fatica della salita, il sudore, la voglia di arrivare al rifugio ha placato questo sentimento di contrarietà rivolto a quell’immediato futuro ed ha lasciato spazio al presente.

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Il corpo è un onesto amico perché ti riporta sempre al momento presente, ha un effetto spugna sulle preoccupazioni e sulle ansie che sono entrambe del futuro che non esiste. La sforzo che fanno i muscoli, il sudore che cola dalla fronte, il respiro affannoso, appartengono al momento presente e a volte, in modo prepotente questo non lascia spazio ad altro, ed è in questo modo che il corpo riporta al presente e libera la mente.

Anche la natura ha lo stesso effetto, soprattutto quando improvvisamente davanti ai tuoi occhi prende forma una meravigliosa espressione del mondo naturale: un branco di camosci che scende correndo non molto lontano da te, davanti al sole del tramonto, allora ti si blocca il respiro, dentro gli occhi si riversa tutto te stesso come per farti entrare a far parte di questa meraviglia e poi magicamente per un attimo tutto il resto scompare, la fatica, i pensieri, tutto e ti senti così pienamente nel presente e basta.

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Prima di partire, dopo cena ci sono stati momenti di scambio, di confronto, di confidenza, di curiosità sulle storie personali, qualcuno ancora si è raccontato, per me è stata una serata molto delicata e molto tenera…anche se sembra un po’ strano a dirsi.

Poi ognuno con sé.

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Il buio trasforma le distanze, le pendenze, i profili che ti circondano, tutto è diverso da quello che avevi provato alla luce del sole. Ti rimane la traccia del sentiero e devi avere fiducia che è quello giusto. Salgono momenti di dubbio e immediatamente si avviano processi mentali ed emotivi che cercano di dissiparlo per ritrovare la sicurezza. Un dialogo continuo con le parti diverse di te stesso: quella dubbiosa, quella spensierata, quella paurosa, quella sicura, quella serena, quella fiduciosa, quella meravigliata…è stato proprio così, una grande chiacchierata per conoscersi sempre più profondamente, come succede tra amici.

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Si è concluso così questo intenso percorso costellato di momenti e parole.

Vi farò sapere ancora delle cose a riguardo.

Le foto di questo articolo sono di Alessandro Ongaro.

Il corpo e la natura sono dei grandi maestri

lessinia morbida 2 Sto tornando verso la macchina con gli sci ai piedi, la neve è alta e leggera, vedo una valle fitta di abeti sulla destra che scende ripida e decido di andare. La Lessinia è generalmente “morbida” e non incute timore però, ad un certo punto, mi sono ritrovato di fronte ad una salita impegnativa. Mi sorge il dubbio che forse era meglio se proseguivo dritto, anche perché volevo tornare presto, avevo in mente di fare delle cose, il tempo che avevo a disposizione non era poi molto. Così, finché inizio a salire di fretta il ripido pendio, mille pensieri si fanno avanti nella mia mente, comincio a fare scaletta con gli sci, ma in quelle condizioni di neve e per il tipo di pendio, mi rendo conto che ci vorrà del tempo e forse sarà impegnativo. Però nella mia testa il pensiero del ritardo, della fretta, della difficoltà, continua a rimbalzare. Decido di fare passi più lunghi e di aumentare la velocità, comincio a sudare, ma insisto, il ritmo respiratorio aumenta, salgo un passo e in alcuni momenti ne scendo due, poi incespico, cado, faccio fatica a rialzarmi e nel farlo cado ancora, riprovo, mi alzo ma sono sceso di un paio di metri. Scoordinato e accaldato riparto, ma i pensieri ritornano come frecce nella mia mente, “sono in ritardo”, “ma perché sono salito da qua”, “cavolo che fatica!”, “devo fare in fretta”, “arriverò in ritardo”, “e se non riesco a salire? Devo tornare indietro”, “no non posso” e così via…credo che il panico cominci in questo modo.

Il corpo e la natura sono dei grandi maestri e credo che questa sia la motivazione che mi ha spinto a proporre un’attività come la Ginnastica Naturale. Non è stata un’intuizione di business la mia, ma il rendermi conto che vi sono persone interessate ad un percorso di movimento consapevole. Ci sono decine e decine di corsi di fitness e di proposte di attività motoria oggi, con nomi non sempre comprensibili e musica a tutto volume e con istruttori ai quali non sempre è richiesto di essere esperti di movimento ma piuttosto di essere bravi animatori, che però portano in sé un’idea di corpo distorta. Più il ritmo è serrato e sfrenato e meglio è, così si evita di pensare e ci si distrae dal “sentire”.

Credo che tutto questo sia lo specchio dell’idea di “corpo” che comunemente viviamo nella nostra società. E’ necessario che ci chiediamo qual è il nostro pensiero sul corpo, perché spesso si pensa al corpo solamente quando c’è qualcosa che non va, oppure quando stiamo male. Sottovalutiamo i segnali che arrivano dal corpo, ormai siamo abituati al sovrappeso, ai dolori articolari, all’incapacità di fare degli sforzi fisici, al ritrovarsi senza fiato nel fare le scale, all’insonnia, ai piccoli problemi cardiaci, ai problemi digestivi, agli attacchi di panico. Non è straordinario soffrire di uno di questi disturbi. Cerchiamo di trovare una risposta con i farmaci, pensando che non è colpa nostra se ci succede tutto ciò, non è una responsabilità che abbiamo, dobbiamo solo trovare qualcuno che sappia individuare il problema e “aggiustare” ciò che non va… e così intraprendiamo una strada che purtroppo ci porta al distacco dal corpo.

A volte riconosco nei percorsi delle persone che ho incontrato, una logica di vita e capisco che molte storie di cambiamento partono dal corpo, però più frequentemente incontro persone che convivono con situazioni problematiche per anni, senza apportare nella propria vita cambiamenti significativi.

scaletta 2Il corpo e la natura sono dei grandi maestri. Ho dovuto fermarmi e riprendere fiato, accettare il fatto che sarei arrivato in ritardo e che non era poi un grosso problema, che la neve alta richiedeva attenzione e calma così da coordinare bene i movimenti su quel pendio, per un passo sicuro ed efficace. Ho capito che i miei pensieri mi distraevano rischiando di farmi cadere, perdendo così buona parte della strada fatta e questo non era conveniente. Ho dovuto tornare a comprendere che il tempo e le cose che sono nella mia testa non esistono, ma esiste solo il momento presente, io che salgo, a scaletta, con gli sci ai piedi, prima una gamba, poi l’altra e sento il respiro…il corpo insegna, la natura insegna.

Pensiamo sempre di avere bisogno di fare delle cose grandi per cambiare, invece credo che proprio in questa epoca siano fondamentali le cose piccole, un passo alla volta, il cambiamento arriva dalle piccole cose che ogni giorno riusciamo a fare. Se aspettiamo il grande giorno in cui cominceremo a fare sport, a fare la dieta, a calare di peso, credo che aspetteremo tanto, forse a volte troppo. Il corpo e la natura sono dei grandi maestri…tempo, cose piccole, cambiamenti di poco, esperienze una dopo l’altra che si sommano e che insieme diventano tesoro. Il percorso di consapevolezza è di ogni giorno e di ogni momento. Credo che sia questo che dobbiamo fare. 5 minuti al mattino, prima di alzarsi dal letto da dedicare al nostro corpo e al suo risveglio, 3 minuti dopo essersi alzati davanti alla finestra a guardare il cielo, 2 minuti quando siamo stanchi, per rilassarsi e tornare alla consapevolezza del respiro del momento presente, 30 minuti di camminata al giorno quando possiamo, eccetera, eccetera…si può fare questo, basta volerlo.

Cose piccole per cambiare la vita… questo sento quando penso a Ginnastica Naturale

Sulle tracce del lupo

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Cammino con due amici nella luce dell’alba in Lessinia, la giornata si preannuncia tersa e fredda. Ci guardiamo intorno a cercare movimento nella neve al limitare dei boschi, allunghiamo le orecchie a sentire rumori, guardiamo le tracce sulla neve degli animali passati cercando di coglierne la direzione, l’andatura, la velocità, il momento del passaggio, ma dentro di noi la speranza più grande è quella di dire “Ecco!! tracce di lupo”.

Quando ero piccolo fantasticavo sull’incontro in natura con gli animali selvaggi, sfogliavo la rivista “Epoca” dai miei zii e guardavo i reportage di Walter Bonatti che girava per il mondo a scovare animali selvatici. Le prime volte che sono andato in Lessinia, mi fermavo a guardare con il binocolo (uno Zeiss 8×30 regalato da mio padre, ancora oggi un ottimo strumento) le cornacchie, che in pianura non c’erano e mi sembrava già magico quello.

Oggi mi ritrovo a camminare sulle stesse montagne alla ricerca delle tracce di lupo. Mi sembra incredibile! Nella piccola Lessinia, una montagna fatta di colli rotondi e di dolci vallate, il lupo! Anzi i lupi. Perché questo branco è costituito da due adulti, che si sono insediati circa 3 anni fa, una prima cucciolata di due esemplari e poi lo scorso anno una cucciolata di 7.

Per molti questa presenza è un problema, per gli allevatori della Lessinia in modo particolare, in quanto il lupo, in questi anni, ha predato diversi animali domestici. Da tempo, quindi, sui giornali locali si parla del lupo quasi quotidianamente e la discussione centrale è sempre: deve o non deve stare il lupo in una montagna così piccola?

Naturalmente i pareri sono opposti, ma la voce più forte è sicuramente quella che dice, “via i lupi!!” si dice che non c’è spazio per loro, perché rischiano di annientare l’economia contadina locale, inoltre viene detto che sono un pericolo per la popolazione.

Il lupo muove sentimenti e emozioni dentro di noi che sono antichi e profondi, che provengono dai racconti, dalle storie, dalle favole. Il lupo è sempre stato la parte cattiva, quella che fa paura e che deve essere eliminata. Ma in natura non c’è buono e cattivo, ciò che regna è l’equilibrio, che è fatto di opposti. Anche noi, il nostro corpo, la nostra personalità è fatta di opposti, ma non è eliminando le parti che non ci piacciono che troviamo l’equilibrio, ma solamente attraverso un lento e continuo percorso di aggiustamento.

Il Lupo è un predatore, che si trova al vertice della catena alimentare di un ecosistema, questo significa che sotto di lui c’è tutta una natura che si è ripresa, significa che molti animali si sono ripopolati. In effetti le cornacchie ora ci sono anche in pianura e sono numerose, ma vicino a casa mia alla periferia della città, ci sono anche i germani reali nei fossi, così come le gallinelle d’acqua, gli aironi cinerini e qualche airone bianco e garzetta. Con un po’ di attenzione si vede anche il martin pescatore, che vola veloce sui corsi d’acqua. E tutto questo accade da alcuni anni, ma prima non c’era. In collina e in montagna i contadini devono fare i conti con i cinghiali che “arano” i prati, mentre in montagna, i cacciatori sono felici di poter nuovamente cacciare i caprioli, numerosi come non lo erano da tempo. Sono ritornati i camosci, le marmotte e pare che siano in ripresa pure i cervi, anche l’aquila è tornata a nidificare in alta Lessinia. Però ora c’è anche il lupo!

lessiniaCammino in silenzio sulla neve, in compagnia dei miei due amici e i pensieri sul lupo, sulla natura, sugli uomini, su quello che è giusto e sbagliato, mi annebbiano la mente. Mi guardo intorno e vedo queste montagne e sento la presenza della vita degli animali che la abitano. Mi sento un ospite di questo mondo e un osservatore, con curiosità sbircio cercando di comprendere il mistero e la potenza di questa natura che piano piano si riprende e si rinnova.

Mi chiedo quali sono i diritti sulla natura e chi deve godere di diritti sulla natura, perché stando qua a camminare, mi sembra che il lupo, che è venuto da solo, ne abbia pieno diritto.

Credo che ci possa essere una convivenza effettiva e benefica tra uomo e lupo di questi tempi, sicuramente sarà necessario cambiare qualche abitudine come uomini, sapendo che oggi ci sono anche i lupi. Però sono convinto che ne valga la pena quantomeno credo che dobbiamo tentare, lo dobbiamo alla natura, alla terra, che ci ospita da sempre e appena se ne presenta l’opportunità, si rinnova a nostro beneficio.