Sto tornando verso la macchina con gli sci ai piedi, la neve è alta e leggera, vedo una valle fitta di abeti sulla destra che scende ripida e decido di andare. La Lessinia è generalmente “morbida” e non incute timore però, ad un certo punto, mi sono ritrovato di fronte ad una salita impegnativa. Mi sorge il dubbio che forse era meglio se proseguivo dritto, anche perché volevo tornare presto, avevo in mente di fare delle cose, il tempo che avevo a disposizione non era poi molto. Così, finché inizio a salire di fretta il ripido pendio, mille pensieri si fanno avanti nella mia mente, comincio a fare scaletta con gli sci, ma in quelle condizioni di neve e per il tipo di pendio, mi rendo conto che ci vorrà del tempo e forse sarà impegnativo. Però nella mia testa il pensiero del ritardo, della fretta, della difficoltà, continua a rimbalzare. Decido di fare passi più lunghi e di aumentare la velocità, comincio a sudare, ma insisto, il ritmo respiratorio aumenta, salgo un passo e in alcuni momenti ne scendo due, poi incespico, cado, faccio fatica a rialzarmi e nel farlo cado ancora, riprovo, mi alzo ma sono sceso di un paio di metri. Scoordinato e accaldato riparto, ma i pensieri ritornano come frecce nella mia mente, “sono in ritardo”, “ma perché sono salito da qua”, “cavolo che fatica!”, “devo fare in fretta”, “arriverò in ritardo”, “e se non riesco a salire? Devo tornare indietro”, “no non posso” e così via…credo che il panico cominci in questo modo.
Il corpo e la natura sono dei grandi maestri e credo che questa sia la motivazione che mi ha spinto a proporre un’attività come la Ginnastica Naturale. Non è stata un’intuizione di business la mia, ma il rendermi conto che vi sono persone interessate ad un percorso di movimento consapevole. Ci sono decine e decine di corsi di fitness e di proposte di attività motoria oggi, con nomi non sempre comprensibili e musica a tutto volume e con istruttori ai quali non sempre è richiesto di essere esperti di movimento ma piuttosto di essere bravi animatori, che però portano in sé un’idea di corpo distorta. Più il ritmo è serrato e sfrenato e meglio è, così si evita di pensare e ci si distrae dal “sentire”.
Credo che tutto questo sia lo specchio dell’idea di “corpo” che comunemente viviamo nella nostra società. E’ necessario che ci chiediamo qual è il nostro pensiero sul corpo, perché spesso si pensa al corpo solamente quando c’è qualcosa che non va, oppure quando stiamo male. Sottovalutiamo i segnali che arrivano dal corpo, ormai siamo abituati al sovrappeso, ai dolori articolari, all’incapacità di fare degli sforzi fisici, al ritrovarsi senza fiato nel fare le scale, all’insonnia, ai piccoli problemi cardiaci, ai problemi digestivi, agli attacchi di panico. Non è straordinario soffrire di uno di questi disturbi. Cerchiamo di trovare una risposta con i farmaci, pensando che non è colpa nostra se ci succede tutto ciò, non è una responsabilità che abbiamo, dobbiamo solo trovare qualcuno che sappia individuare il problema e “aggiustare” ciò che non va… e così intraprendiamo una strada che purtroppo ci porta al distacco dal corpo.
A volte riconosco nei percorsi delle persone che ho incontrato, una logica di vita e capisco che molte storie di cambiamento partono dal corpo, però più frequentemente incontro persone che convivono con situazioni problematiche per anni, senza apportare nella propria vita cambiamenti significativi.
Il corpo e la natura sono dei grandi maestri. Ho dovuto fermarmi e riprendere fiato, accettare il fatto che sarei arrivato in ritardo e che non era poi un grosso problema, che la neve alta richiedeva attenzione e calma così da coordinare bene i movimenti su quel pendio, per un passo sicuro ed efficace. Ho capito che i miei pensieri mi distraevano rischiando di farmi cadere, perdendo così buona parte della strada fatta e questo non era conveniente. Ho dovuto tornare a comprendere che il tempo e le cose che sono nella mia testa non esistono, ma esiste solo il momento presente, io che salgo, a scaletta, con gli sci ai piedi, prima una gamba, poi l’altra e sento il respiro…il corpo insegna, la natura insegna.
Pensiamo sempre di avere bisogno di fare delle cose grandi per cambiare, invece credo che proprio in questa epoca siano fondamentali le cose piccole, un passo alla volta, il cambiamento arriva dalle piccole cose che ogni giorno riusciamo a fare. Se aspettiamo il grande giorno in cui cominceremo a fare sport, a fare la dieta, a calare di peso, credo che aspetteremo tanto, forse a volte troppo. Il corpo e la natura sono dei grandi maestri…tempo, cose piccole, cambiamenti di poco, esperienze una dopo l’altra che si sommano e che insieme diventano tesoro. Il percorso di consapevolezza è di ogni giorno e di ogni momento. Credo che sia questo che dobbiamo fare. 5 minuti al mattino, prima di alzarsi dal letto da dedicare al nostro corpo e al suo risveglio, 3 minuti dopo essersi alzati davanti alla finestra a guardare il cielo, 2 minuti quando siamo stanchi, per rilassarsi e tornare alla consapevolezza del respiro del momento presente, 30 minuti di camminata al giorno quando possiamo, eccetera, eccetera…si può fare questo, basta volerlo.
Cose piccole per cambiare la vita… questo sento quando penso a Ginnastica Naturale