Ginnastica Naturale

Amo camminare

…già è proprio così, camminare mi piace, mi fa stare bene.

Spesso, mentre cammino, soprattutto se sono solo, sto ad ascoltare il mio corpo che si muove. 

Porto attenzione all’appoggio del piede e a tutta la gamba che mi sostiene e che mi porta in avanti e mi permette di procedere. E poi passo all’altro piede e all’altra gamba. E questo portare attenzione al movimento, ha un effetto immediato sul mio stato d’animo.

Mi calmo, mi connetto al respiro, mi si aprono gli occhi ed entro in una dimensione di quiete.

Dopo pochi passi sposto l’attenzione alla parte superiore del corpo, alle braccia che oscillano libere, alla schiena che immediatamente si riallinea, il petto si apre, il capo si posizione bene sul collo, lo sguardo, che fino a prima era a terra, si alza avanti a me e così riesco a vedere lo spazio che mi sta attorno. Ed è a questo punto che mi sento parte dell’ambiente circostante e mi rendo conto di tutto ciò che mi circonda, degli alberi, degli uccelli, del cielo, delle nuvole, del sole, dell’aria.

Poi la mia attenzione torna al respiro, al ventre che si muove, che si gonfia e si sgonfia.  Subito mi nasce un sospiro e qualcosa si libera dentro di me. Qualche tensione che si allenta, qualche peso che se n’è andato, tutto il corpo lo sente e si riaggiusta, in un attimo, cambia impostazione e il mio stato d’animo con lui. 

Sento emergere una sorta di piacere dentro di me, per la forza che sento nelle gambe, per la libertà e la leggerezza che sento nella schiena e nelle braccia e per l’energia del mio respiro. 

E’ per questo che amo camminare, mi trasforma, mi rinnova e mi rigenera ogni volta.

Mi fermo, ringrazio e ritorno. 

Approfitta dell’offerta CLICCA SUL PULSANTE

Il potere del bosco

Anche quest’anno, per il terzo anno consecutivo, si è concluso “Vita nei Boschi” un progetto che di anno in anno diventa sempre più importante.

Sono sorpreso di come, ritornare a fare delle attività di base, legate ai nostri bisogni primari, faccia risvegliare in noi risorse innate, abilità, competenze, sensibilità, attitudini, ecc, che in altre situazioni di vita quotidiana, difficilmente vengono espresse o addirittura emergono.

Occuparci di preparare un riparo per essere al sicuro dalla pioggia, mettere al sicuro lo zaino con dentro le nostre cose, costruire un tavolo o una panchina, accendere il fuoco per cuocere il cibo, ecc.. Sono tutte attività di cui oggi non ci dobbiamo più occupare. La necessità di costruirsi un riparo e l’abilità di accendere un fuoco con l’acciarino per cuocere il cibo, non ci riguarda più. Abbiamo i fornelli o addirittura cibi precotti che si scaldano con reagenti chimici, viviamo praticamente la maggior parte della nostra vita al chiuso, dentro case, uffici, auto, non ci capita mai di saltare, correre, arrampicarci, lanciare, ecc. se non per fare sport.

Tutto questo ci ha allontanato, e continua a farlo, dalla natura ma ancor di più dalla nostra natura. Ci siamo evoluti per millenni a contatto con la natura sviluppando, abilità, competenze, sensibilità che ci hanno permesso di sopravvivere per millenni. In questo ultimo secolo e mezzo ci siamo completamente allontanati dal mondo naturale che è stato la nostra casa per millenni. Ci siamo costruiti un mondo artificiale che apparentemente ci permette di vivere senza avere contatti con il mondo naturale.

Però, piano piano stiamo perdendo il senso di questo vivere.

Vedo tante cose nei bambini e ragazzi che vengono, accendere un fuoco aumenta la loro autostima, la loro sicurezza; dormire all’aperto sotto le stelle li fa sentire a casa ovunque, in qualsiasi posto, infonde loro coraggio per affrontare le loro paure, sapersi costruire un riparo li stimola ad essere creativi e a mettere insieme pensiero e azione…molto, ma molto altro sto scoprendo con Vita nei Boschi.

Mi sento il capobanda di questo gruppo di ragazzini che ha voglia di correre, saltare, costruire, giocare, divertirsi, scoprire, sporcarsi, ridere, intagliare, segare, prendere in mano una rana, legare…

…e io corro, salto, mi arrampico, lego, taglio, sego, accendo il fuoco, mi sporco, mi incuriosisco, rido, gioco, prendo la pioggia, mi scotto…tutte cose che faccio solo qua, a Vita nei Boschi!

Tra non molto farò Vita nei Boschi per gli adulti, per ritornare a fare tutte queste cose e riscoprire forse un significato in più della nostra vita e magari apprezzarla maggiormente.

Riflessioni su: “Vita nei Boschi”

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Li vedo muoversi nel bosco, c’è maggiore armonia nei movimenti, maggior velocità, scivolano su pendii di terra testando il proprio equilibrio al limite della caduta, cominciano a modificare il proprio assetto in funzione del terreno e degli ostacoli. Anzi, di fronte a questi non hanno esitazione, cambiano direzione, scavalcano, saltano con certezza e determinazione. Hanno cambiato anche il livello di attenzione, sono in grado di passare dal momento di divertimento al momento di massima attenzione in breve tempo, se camminando tranquillamente in gruppo io mi fermo e alzo una mano, tutti immediatamente si bloccano e porgono attenzione ai rumori attorno a noi.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Uno degli obiettivi di “Vita nei Boschi”era proprio questo, fare in modo che nei bambini e ragazzi potesse affiorare quella parte più profonda e nascosta di noi stessi, l’istinto.

Lasciare affiorare: un processo naturale, che ha bisogno solamente di tempo, al quale non servono indicazioni, perché queste in qualche modo sono già comprese nel processo stesso. E’ così. L’istinto segue questo ordine di cose, non ha bisogno della conoscenza perché c’è già, non segue il ragionamento perché è frutto del momento presente, dell’intuizione e si arricchisce con la sperimentazione e la creatività.

Mi piace vedere nei ragazzi emergere questi comportamenti, perché riesco a decifrarne la forza che possono avere, riesco a individuarne un cammino da seguire e nel quale farli crescere. E’ quando andiamo oltre l’intelletto che siamo veramente noi stessi.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Succede a volte però che la parola istinto fa a pugni con la “buona educazione” o con le “norme igieniche” o le “regole sociali” e quindi vado un po’ in crisi. Credo che succeda a molti quando c’è di mezzo l’istinto di andare un po’ in crisi, si diventa dubbiosi, a me capita di dire: “istintivamente farei così però…” non sappiamo se fidarci del nostro istinto.

Fidarci di chi? Di noi stessi?

Credo che la società di oggi, il mondo della scuola, l’uso eccessivo della tecnologia, le paure che il mondo dell’informazione ci procura, tutto questo non offre molte occasioni ai bambini e ragazzi di fidarsi di sé, di sentirsi sicuri. Credo invece che tutto nasca dal fatto che offriamo poche occasioni ai nostri figli di sperimentare veramente sé stessi utilizzando le risorse personali, permettendo loro di trovare le risposte, le soluzioni, le prospettive possibili. I ragazzi hanno bisogno di provare, di sbagliare, di rischiare e di farsi anche male a volte per comprendere i limiti, i confini e definire così la loro persona.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Ecco Vita nei Boschi voleva essere questo, un’occasione per questi bambini e ragazzi di scoprire quella parte di sé che oggi difficilmente ha la possibilità di rivelarsi. C’è bisogno di natura per ritrovare cicli e ritmi, di tempo per allontanarsi dalle distrazioni della nostra società di oggi e poter sentire dentro di sé, c’è la necessità di riscoprire il corpo e il movimento come elementi di relazione con il mondo, in grado di interagire, modificare, trasformare ciò che sta intorno a sé e ritrovare così una dimensione di realtà con la quale misurarsi. Questo è successo ai bambini e ragazzi di queste esperienza, hanno solamente dovuto aspettare un po’ di tempo per ritrovare nell’ambiente naturale uno spazio proprio, per ritrovare nel movimento una dimensione di realtà, di possibilità, di risorsa, di evoluzione e di piacere.

Oggi la nostra vita per molti di noi ha perso la dimensione dell’incertezza e così si perde in parte anche il mistero della vita stessa, cerchiamo di ridurre tutti i rischi e nonostante questo abbiamo mille paure, cerchiamo la comodità e il comfort però ci dimentichiamo che è quando la vita ci sorprende che tiriamo fuori le nostre migliori risorse. Dobbiamo riprenderci del tempo per stare in natura, dobbiamo ritornare alla terra e ritrovare ritmi e azioni antichi che da sempre hanno condotto l’uomo dalla sua comparsa sulla terra fino ad oggi.

Ho fatto questa esperienza di “Vita nei boschi” per bambini e ragazzi ma mi sono reso conto che è stata un’esperienza di cambiamento molto forte anche per me.

…forse dovrei fare un programma “Vita nei boschi”anche per adulti!…qualcuno ha voglia di venire?

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Vita nei boschi

Mi è sempre piaciuto il bosco.

Da piccolo mi piaceva andare nel boschetto vicino a casa e farmi le capanne, o i nascondigli, mi fabbricavo archi, frecce e fionde e giocavo. Mi immaginavo e mi inventavo avventure giornaliere. Bevevo poco, per abituarmi a vivere con poca acqua, disegnavo le mappe con gli alberi della frutta e delle piante che si potevano mangiare, cercavo di allenarmi alla corsa e al salto per essere sempre pronto a superare tutti gli ostacoli che trovavo. Mi esercitavo ad arrampicarmi sugli alberi e nascondermi per difendermi dagli animali immaginari, cercavo e studiavo le tracce sul terreno, impronte, resti di cibo e mi preparavo ad affrontare il pericolo.

Da questo è partito il mio interesse per la natura e le sue leggi, per i nativi americani, il sapersela cavare in ambiente naturale, il movimento, la montagna e l’alpinismo, le qualità utili alla vita in natura, l’educazione e la crescita dell’uomo…si, credo che sia nato tutto da qua.

Per questi motivi pensavo quest’anno di proporre un camp estivo per bambini/e  e ragazzi/e chiamato “Vita nei boschi”, per rivivere tutto ciò!

Vita nei boschi_Pagina_1

Vita nei boschi_Pagina_2

Ritorna In campeggio con papà!

tenda 1Proprio così quest’estate ritorna questo progetto “In campeggio con papà” (al link puoi trovare tutte le info sul progetto e sulle attività che verranno proposte) un’esperienza di contatto con la natura, di gioco, di lavoro e soprattutto di condivisione di tutto questo tra padri e figli.

Il luogo prescelto è sempre l’altipiano della Lessinia con i suoi boschi e prati e campeggeremo presso malga Scrovazze (www.malgascrovazze.com) situata nella val Squaranto.

Di questo progetto ne ha parlato anche Repubblica nell’articolo di Caterina Pasolini che potete leggere al link .

Non solo ma potete anche ascoltare il podcast dell’intervista radiofonica su RADIO24 alla trasmissione “Padrieterni” che è possibile riascoltare al seguente link poco prima del minuto 27 potrete sentire la nostra intervista.

La prima data del campeggio sarà il 22-23-24 giugno, abbiamo pensato di farla appena finite le scuole e non ancora in piena stagione di ferie per facilitare l’adesione e probabilmente riusciremo a fare un’altra data tra fine agosto e settembre.

Nel volantino di seguito che potete anche scaricare  troverete tutte le informazioni necessarie per partecipare.

padri e figli volantino 2018-04.jpg

 

 

#ultimoe1senzauto

OLYMPUS DIGITAL CAMERASono le 10,00 del 30 dicembre quando chiudo la porta di casa, con l’idea di riaprirla nel nuovo anno. Metto il guinzaglio a Teo, scambio un’occhiata d’intesa con Elena e partiamo.

Lo zaino non è troppo pesante, solamente un pò voluminoso e da questo si capisce che la nostra non è una gita giornaliera. E’ una sensazione nuova quella di camminare per le vie vicino a casa in questo modo, agghindati da camminatori, solitamente succede che prendiamo l’auto raggiungiamo un posto più o meno lontano da casa, in genere nuovo e si parte con lo zaino a spalle. Oggi invece niente auto, partiamo da casa e andiamo verso le nostre montagne, la Lessinia per questo ultimoe1senzauto.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Sono tre anni che abbiamo iniziato a porci come semplice proposito quello di chiudere l’anno in corso e aprire quello nuovo, senza usare l’auto. Questa cosa per noi ha un po’ il sapore della “scaramanzia”, non tanto nel senso della fortuna, ma quanto nel senso dell’augurio e cioè quello di cercare di utilizzare l’auto il meno possibile durante tutto l’anno, un gesto scaramantico che ha il valore di ricordarci che possiamo prenderci un piccolo impegno: quando si può si lascia l’auto ferma!

fiori teo

Ognuno di noi può dare a un gesto come questo il valore che crede, per noi rappresenta un piccolo contributo e un impegno ad inquinare meno, inoltre è una presa di consapevolezza e una volontà a valorizzare il movimento come occasione per riscoprire sé stessi, di valorizzazione della lentezza come aggettivo alle nostre azioni quotidiane, di contatto con la natura che è sempre in trasformazione e sempre nuova anche se se è quella appena fuori casa, e di incontro con gli altri.

Dopo mezz’ora dalla partenza, mentre salivamo la dorsale Preafita passato il castello di Montorio una voce femminile dietro di noi: “ciao ho visto il vostro video ieri sera. Bravi! Vi seguirò! Buona camminata!” Donatella, il primo di molti incontri fatti durante questi tre giorni di cammino. Gia perché la sera prima io ed Elena abbiamo deciso di fare un video su FB dove lanciavamo questa nostra iniziativa , così ci piaceva questa semplice idea e ci divertiva. E così mano a mano che il tempo passava aumentavano le persone che visualizzavano i video e ci inviavano messaggi di augurio e condivisione dell’idea.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Abbiamo camminato per tre giorni, la prima notte l’abbiamo passata a casa di amici ad Azzago dove abbiamo festeggiato un pre-ultimo dell’anno e poi tutti quanti insieme il 31 dicembre siamo partiti questa volta eravamo in 7 adulti, 4 bambini dai 6 ai 10 anni e 2 cani, una piacevole giornata insieme ad amici con la possibilità di stare insieme ore in silenzio o a chiacchierare. A sera siamo arrivati nel vajo dell’Anguilla, uno dei vaj più selvaggi della Lessinia, alle porte del parco, già nella “terra dei lupi”… dove volevamo arrivare.

fiori bosco

Abbiamo festeggiato l’anno che si chiudeva e dormito tutti insieme nella casa di mia mamma in mezzo al bosco. Poi il primo dell’anno, senza troppa fretta (visto i festeggiamenti) e sotto un’abbondante nevicata siamo partiti solo io ed Elena con Teo, seguendo sul fianco il vajo, fino a sera per poi rientrare alla casa di mia mamma.

Siamo stati e ci siamo sentiti viaggiatori a piedi, anche se eravamo in posti noti e familiari. Ci siamo sentiti tali, attenti all’incontro, al saluto, alla meraviglia, al silenzio. Abbiamo viaggiato con lentezza, perché spesso ci capita di correre in modo frenetico e ci perdiamo così i particolari le piccole variazioni. Abbiamo attraversato il territorio di casa nostra con una consapevolezza nuova, meravigliandoci del sapore che ci ha lasciato.



kross urban

KROSS-URBAN

Durante questi tre giorni di cammino ho tenuto ai piedi la Kross Urban della Lizard, Volevo mettere alla prova la resistenza, l’impermeabilità ma soprattutto volevo tenerla ai piedi per più giorni. Sono sempre stato abituato ad avere scarponi da trekking ma questa volta invece volevo vedere come sarebbe stato portare scarpe leggere, volevo capire se arrivavo a sera come al solito con una gran voglia di togliermi gli scarponi, ritrovandomi i piedi indolenziti. Invece non è stato così, la suola in Vibram anche se minimale si è comportata molte bene in tutti i terreni, pioggia e neve non mi hanno dato nessun problema e alla sera i piedi stavano benissimo.

In questo link trovi un breve video relativo a questi tre giorni:  https://youtu.be/MkgsGPdiI0U dove faccio vedere e spiego alcune cose sulla Kross Urban.

Sono rimasto molto soddisfatto da tutti i punti di vista, una scarpa pensata per l’urbano ma che non teme di certo i terreni outdoor!

kross urban1

 

Ri…cominciare a correre

P7230093.JPG

Si, proprio cosi, questo post l’ho scritto per quelle persone che hanno voglia di riprendere, o di cominciare, a correre. Per quelli che più volte hanno pensato tra sé e sé “potrei andare a correre” ma poi non l’hanno fatto per paura o per mancanza di slancio.

Correre è un gesto naturale, che appartiene a tutti e con questo intendo dire proprio tutti.

Credo che un uomo e una donna devono sempre cercare di mantenere allenati tutti i gesti naturali come la corsa, tralasciando risultati, tempi, velocità, distanze, queste sono tutte cose che limitano e impediscono, la cosa importante è fare quanto ci è consentito, con i nostri limiti e potenzialità.

Cercherò di darti in questo post alcune indicazioni se hai voglia di riprendere a correre.

La prima indicazione e secondo me la più importante la trovi da me spiegata in questo breve video che ti consiglio di vedere.

Visualizza il video

Le altre indicazioni sono queste che seguono.

Non tenere le cuffiette: questa seconda indicazione è strettamente legata alla prima, che hai sentito nel video, ma non solo, infatti soprattutto all’inizio è importante lavorare sulle sensazioni e sulle emozioni che ti può dare la corsa, prenderne consapevolezza. Devi prendere coscienza di ciò che prova il tuo organismo e di come reagisce alla corsa, della tensione muscolare, della reazione all’impatto a terra, del respiro che aumenta, della fatica dei muscoli, della stanchezza, ecc.. E’ importante che tu registri tutte queste informazioni che le integri a modo tuo in modo da aumentare la tua consapevolezza nella corsa.

Non gasarti: Datti un obiettivo minimo, solo pochi minuti, non partire dicendo ”beh almeno mezz’ora di corsa la devo fare!”. Accontentati per le prime volte, parti con 10 minuti magari facendo una pausa in mezzo e poi basta, fai così 3,4 volte e poi aumenta gradualmente però ricordati non ti gasare, mantieni un pò di umiltà perché altrimenti rischi di andare oltre.

Scegli con cura quando andare a correre: Decidi con attenzione quale momento dedicare alla corsa, sono importanti anche i momenti di pre e post corsa. Spesso siamo dominati dal tempo e facciamo le cose di fretta e questo ci impedisce a volte di provare piacere, allora è importante che anche tutte le operazioni di vestizione, di scelta del luogo, del momento di attivazione prima di iniziare a correre, abbiamo il giusto spazio, allora arriverai pronto/a a goderti quel momento. Così come anche il dopo corsa, dedica un momento a liberare qualche tensione accumulata e ad eseguire qualche posizione di allungamento, fai attenzione a non raffreddarti troppo, portati una maglietta di ricambio, idratati correttamente e fai una doccia ristoratrice. Dedica del tempo a tutti questi aspetti, altrimenti diventa un affanno fare tutto di fretta e sicuramente questo non ti faciliterà le cose.

Corri in natura: scegli dei percorsi immersi nella natura anche se solo per 10 minuti, dove poterti guardare intorno, lasciati ispirare dal paesaggio e dal panorama, goditi lo stare in natura, vedrai che questo ti aiuta, ti conforta e ti dona forza.

P7310190.JPG

Inoltre stare in natura ti permette di correre su terreni naturali, prato, strade sterrate e non sull’asfalto. Come già saprai la corsa è abbastanza traumatica e quindi cerca di andare su terreni morbidi e prosegui su quelli fino a quando non hai raggiunto un livello di allenamento soddisfacente che ti permette di avvicinarti all’asfalto.

Fai un investimento: La scelta delle scarpe è molto importante. Ti consiglio di andare in un negozio specializzato, dove fanno l’analisi del passo e fatti consigliare da chi ne sa più di te. Non voglio dilungarmi su quali scarpe perché si trovano in rete altri siti che ne parlano ampiamente. Mi sento solamente di dirti che ci sono parecchie diversità di appoggio tra le persone, le più importanti da considerare sono la pronazione e la supinazione che in alcuni possono essere eccessive e quindi vanno scelte delle scarpe da running adeguate. Per questo ti invito veramente ad andare in un centro specializzato e investire i tuoi soldi per le scarpe, è l’unica spesa importante, poi il resto, lo spazio e il tempo per correre è tutto gratis.

Quale tecnica e quale velocità?: La tecnica se devi ricominciare a correre non c’è. Non devi arrovellarti su quale tecnica migliore per correre. Certo la biomeccanica dice appoggio sull’avampiede, sui due terzi anteriore del piede, però questo ti consiglio di ricercarlo più avanti, quando hai trovato il tuo modo di correre e hai raggiunto un livello di allenamento adeguato. Inoltre se corri su terreni naturali capirai che i tuoi piedi e le tue caviglie avranno la necessità di trovare sempre un nuovo appoggio per adeguarsi al tipo di terreno incontrato. Non solo ma tutte queste variazioni la discesa, la salita e l’irregolarità del terreno saranno un ottimo allenamento che miglioreranno notevolmente la stabilità delle tue caviglie.

Anche in merito alla velocità il mio consiglio è quello di fare delle variazioni di velocità e per questo lasciati ispirare dal territorio, una leggera salita o discesa ti impongono un cambio di velocità, inventati delle cose che ti divertono, se vedi un sasso, fai un balzo per superarlo, oppure fai un cambio di direzione e così via, tutto questo oltre ad essere divertente è anche molto allenante.

Ecco queste sono alcune delle indicazioni che mi sento di darti se vuoi ricominciare a correre. Se questo post ti ha interessato e sei intenzionato/a a correre prova ad organizzarti per una prima volta con molta cura, seguendo le mie indicazioni e poi scrivimi pure per dirmi come è andata oppure se hai domande o dubbi ti risponderò di certo!

Ciao buone corse.

PB080223.JPG

La camminata naturale: Kross Terra III

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Mi rendo conto che qualcosa è cambiato nel modo di appoggiare il piede a terra, forse perché sono in discesa e il terreno presenta dei grossi sassi, forse perché vado un po’ veloce e quindi non posso permettermi di sbagliare appoggio. Affronto il terreno quasi con le punte dei piedi, bene attento a non appoggiare il tallone nell’impatto inziale ma a farlo solo in un secondo momento quando il peso è stato ormai assorbito. Anche i miei sensi sono orientati in modo diverso, sono focalizzati molto sul movimento dei piedi e questo mi dà una sensazione di sicurezza inaspettata.

Non so se avete mai provato a camminare o a fare una corsa leggera nel bosco scalzi e ad osservare come cambia il vostro modo di appoggiare il piede. Nasce una necessità istintiva, di misurare il passo, il terreno e individuare le diverse possibilità di appoggio a terra. Operazioni che svolgiamo in una frazione di secondo, in modo automatico e la camminata prende così un ritmo e un’efficacia nuova.

 

Sta continuando la collaborazione come tester per l’azienda che produce scarpe “Lizard e oggi volevo presentarvi una scarpa da attività all’aperto. E’ una scarpa primaverile-estiva, l’ho provata quest’autunno e devo dire che sono veramente soddisfatto. E’ una scarpa che permette una camminata diversa dal solito, la sensazione è quella di avere dei “guanti” ai piedi più che delle scarpe e quindi si ha proprio la possibilità di sperimentare una “camminata naturale” come la definisce la filosofia aziendale.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Camminare è uno dei gesti più comuni che facciamo durante le nostre giornate, i piedi ci permettono di distribuire il nostro carico al suolo. Pensate che in ogni piede ci sono 26 ossa articolate tra loro e quindi i due piedi hanno quasi un quinto delle ossa di tutto il corpo. Questo permette una grande adattabilità e flessibilità del piede al terreno, ma nello stesso tempo danno struttura, resistenza e tenuta, in modo tale da permetterci di dare propulsione al corpo anche in condizioni critiche, a volte al limite delle leggi di gravità. Non solo, ma i piedi sono un grande sistema di informazione del corpo. Dal piede-caviglia vengono continuamente inviate informazioni alle strutture nervose centrali sul rapporto tra il nostro corpo e il terreno che ci consentono di mantenere l’equilibrio e spostarci in sicurezza anche in funzione delle diverse variazioni del terreno, di velocità e altro.

Tutte queste funzioni possono essere agevolate o limitate dalle condizioni in cui teniamo i nostri piedi. La scarpa e le calze in modo particolare sono sicuramente elementi che condizionano la funzionalità del piede. Viene da sé che una “scatola rigida” che contiene il piede e ne impedisce la naturale posizione, adattamento e movimento limita la normale funzionalità della stesso.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Provando le Kross Terra III invece devo dire che la leggerezza e l’adattabilità al suolo sono veramente eccezionali. Una scarpa pensata per fare attività all’aria aperta, capace di modificare il mio modo di camminare, se il terreno diventa impegnativo sono più istintivo, tendo ad usare i piedi in modo più accurato, scelgo dove appoggiarli. Pensavo che essendo così basse forse qualche problema di stabilità alla caviglia me lo avrebbero potuto dare, invece mi sento di dire che non è così, anzi si attiva un raffinato processo di valutazione e controllo che da una maggior sicurezza e stabilità alla camminata.

OLYMPUS DIGITAL CAMERANon vi posso nascondere che serve un po’ di allenamento, un po’ di abitudine a questo nuovo modo di camminare. Le prime volte potreste ritrovarvi il piede e la caviglia un po’ stanchi, oppure potreste trovare fastidiosa la sensazione di forte contatto con il suolo, però vi assicuro che dopo un breve periodo che le portate faticherete a calzare nuovamente scarpe pesanti e rigide.

A questo link puoi vedere il mio video di presentazione della scarpa, buona visione

Chi sono: Nicola Rovetti

io piccoloQuando ero piccolo avrei voluto fare l’esploratore, mi appassionavano gli articoli su “Epoca” di Walter Bonatti e il primo posto dove avrei voluto andare era il Congo perché volevo vedere gli elefanti… non sono diventato un esploratore di terre selvagge, però l’ignoto, lo sconosciuto e il mistero mi attirano sempre. Sono sempre in ricerca e in continua esplorazione, mi piace esplorare le possibilità che ci sono nella vita, mi piace esplorare le mie capacità, le mie sensibilità, i miei confini.

La mia formazione comincia con un diploma ISEF e poi una laurea in Scienze Motorie ho lavorato, e continuo a farlo da 27 anni nel campo della disabilità mentale, fisica e sensoriale e in tutti questi anni c’è sempre stata un’incessante ricerca di adattamento, di creazione e invenzione di nuove situazioni motorie, di strutturazione di contesti esperienziali il più possibili adeguati alle persone con cui lavoravo.

Il mio è stato un continuo lavoro di creazione – sperimentazione – aggiustamento – messa in discussione e riprogettazione e questo mi porta a dire che sono lontano dai protocolli dati per certi, dalle pratiche troppo standardizzate da applicare come tali. Mi sento bene invece quando un nuovo apprendimento, una nuova tecnica, un nuovo sapere diventano parte di me così in profondità da trasformarmi, tanto da non aver bisogno di applicare ciò che non fa parte di me.

Ho lavorato tanto in ambiente naturale, mettendo a punto anche una metodologia di educazione attraverso tecniche di avventura, di cui è stato pubblicato anche un libro “Avventura in natura“; ho lavorato in Africa in Repubblica Democratica del Congo con “bambini-soldato” un progetto durato 4 anni dal titolo “War Game, No More“, utilizzando una metodologia particolare sulla strutturazione del “gioco” in funzione dello sviluppo delle abilità sociali; collaboro da diversi anni come docente con il mondo universitario ho avuto esperienze pluriennali all’università di Cassino e di Verona, in quest’ultima sono tutt’ora docente e uno dei miei insegnamenti è “Attività motoria in ambiente naturale” e diversi collaborazioni con altri atenei di altre città d’Italia.

bimb sold gioco

Sento una particolare affinità con due percorsi formativi ai quali ho preso parte (e stanno continuando ancora) in questi ultimi anni e che si integrano bene con il mio percorso.

Il primo è il metodo “Corpo e Coscienza” di George Courchinoux. Una metodologia nella quale sono fuse assieme tecniche di rieducazione che attingono alla cultura occidentale con tecniche e saperi che attingono alla medicina tradizionale cinese. Un metodo quindi che integra le conoscenze e pratiche sul piano muscolo-scheletrico, organico, ma anche emozionale ed energetico con l’obiettivo di equilibrazione dell’essere nella sua globalità.

Il secondo è il “Movimento Arcaico” di Massimo Mondini. Una pratica che permette di recuperare ed esprimere i gesti “archetipici” cioè quei movimenti innati nell’essere umano, come la camminata, la corsa, il salto, il lancio e molti altri. Attraverso il recupero del gesto archetipico si verificano degli immediati miglioramenti in diversi aspetti della vita, proprio perché l’archetipo motorio ha una corrispondenza anche sul piano esistenziale è all’origine del nostro “muoversi nella vita”. Praticare e recuperare il contatto con questi movimenti archetipici permette quindi di prendere coscienza e migliorare il nostro livello esistenziale.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAHo ideato la Ginnastica Naturale in questi ultimi anni perché mi interessava unire questi due grandi campi di interesse il movimento e la natura in un post di alcuni anni fa scrivo che  …sento la necessità di ritrovare delle cose certe, vere, oneste e così il “corpo” e cosi la “natura”. Sono due dimensioni semplici, che si comprendono facendo esperienza di entrambe.” E’ ancora questo che mi muove, l’onestà, la chiarezza, l’immediatezza, la sorpresa e la meraviglia.

Con un gruppo di amici abbiamo creato “Motus Mundi” un’associazione sportiva dilettantistica per poter promuovere esperienze di movimento in ambiente naturale. Abbiamo delle proposte di gruppo, con incontri settimanali che si svolgono all’aria aperta, abbiamo proposte di giornate intensive (riequilibrio stagionale), abbiamo un gruppo corsa che si trova settimanalmente, c’è la possibilità anche di incontri individuali per lavori specifici di riatletizzazione, proponiamo delle uscite in ambiente naturale, abbiamo una biblioteca, “La piccola biblioteca del bosco” che raccoglie libri di natura e movimento e progetti che si rivolgono a target specifici come “Itinerari di Crescita” e “In campeggio con papà”.

luna e corpoIo continuo a muovermi e ad andare in natura perché sono convinto che siano tra le cose più importanti che posso fare, a volte mi viene da pensare che a cinquant’anni, quella che è la mia età adesso, avrei voglia solamente di camminare e stare in natura.

nicola-rovetti tocatì